Luca Siniscalco ha letto il libro uscito per Skira (in questi giorni anche in USA) e scrive: "É nei videogames più all’avanguardia, ultime frontiere tanto dell’ esercizio ludico quanto di quello creativo-poietico, che si possono ravvisare i prodromi di consistenti mutamenti artistici.
É di tali avveniristiche prospettive che il volume “Neoludica. Art is a game. 2011-1966”, intende render conto, grazie alla collaborazione sinergica di quindici curatori ed alla selezione di trentatrè artisti impegnati nel settore dei videogiochi.
Inevitabile ai fini di una corretta definizione del nuovo genere artistico è stato l’impiego di un neologismo, “Neoludica”, inteso da Debora Ferrari e Luca Traini, curatori del testo, come “il primo grande tentativo di dare una definizione, meglio, un orizzonte unitario e identitario a questa nuova fondamentale sfida tecnologica dell’arte”, giacché, per dirla con Lewis Mumford, “Attraverso la macchina abbiamo ora la possibilità di comprendere un mondo che abbiamo contribuito a creare”.
É di tali avveniristiche prospettive che il volume “Neoludica. Art is a game. 2011-1966”, intende render conto, grazie alla collaborazione sinergica di quindici curatori ed alla selezione di trentatrè artisti impegnati nel settore dei videogiochi.
Inevitabile ai fini di una corretta definizione del nuovo genere artistico è stato l’impiego di un neologismo, “Neoludica”, inteso da Debora Ferrari e Luca Traini, curatori del testo, come “il primo grande tentativo di dare una definizione, meglio, un orizzonte unitario e identitario a questa nuova fondamentale sfida tecnologica dell’arte”, giacché, per dirla con Lewis Mumford, “Attraverso la macchina abbiamo ora la possibilità di comprendere un mondo che abbiamo contribuito a creare”.
I videogames vengono allora concepiti come forme artistiche capaci di esercitare un impatto fondamentale sulle altre espressioni estetiche: dal cinema alla letteratura, dalla musica alle arti visive.
Lo sdoganamento di questo mondo inesplorato rispetto ai superficiali e snobistici giudizi critici ad esso riservati dal mondo culturale “ufficiale” è fine precipuo della “Neoludica philosophy”.
Lo sdoganamento di questo mondo inesplorato rispetto ai superficiali e snobistici giudizi critici ad esso riservati dal mondo culturale “ufficiale” è fine precipuo della “Neoludica philosophy”.
Ha davvero capito lo spirito del nostro Evento Collaterale e se volete proseguire nella lettura potete farlo qui.
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