CONFESSO CHE HO GIOCATO
Fase Architetti Associati propone in prima assoluta una mostra fotografica di Paolo Della Corte e presenta l’app guida per la Bosnia Erzegovina realizzata per Oxfam Italia con Serena Guidobaldi
fino a settembre:
Fase AA piazza Castello 17 | Milano
Fase AA piazza Castello 17 | Milano
un progetto di Debora Ferrari e Luca Traini con Studio FASE
e
presso AMY-d presentazione del Museo 3D realizzato con E-Ludo e di un'opera di Cecilia Borettaz a THE GAME, un progetto di Anna D'Ambrosio
visione galleria fotografica Paolo Della Corte, Studio FASE, piazza Castello 17 Milano |
L’arte è un gioco?
L’arte è una guerra?
L’arte è pericolosa?
La nostra constatazione: l’arte è sempre in prima persona, come gli sparatutto.
L’ARTE NON è PEGI +18. Vietato avere scuse per esonerarsi dalla riflessione critica. (D.F.)
#confessochehogiocato, Paolo Della Corte a Studio Fase, courtesy Ale Romiti iPhonografia |
FASE ARCHITETTIASSOCIATI di Milano, fondato da Paolo Sala e Anthony Fekete, è lo studio che si occupa di progettazione architettonica collaborando stabilmente con società e studi professionali per lo sviluppo di progetti, avvalendosi del contributo di esperti e studiosi per formare gruppi di analisi su temi di particolare complessità. Nello specifico i campi di applicazione spaziano dalla ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente alle nuove costruzioni, progettando abitazioni private, complessi residenziali, show rooms e sedi operative.
Una caratteristica che distingue FASE ARCHITETTI ASSOCIATI è la modalità dell’elaborazione progettuale architettonica, privilegiando il lavoro di gruppo che integra le specifiche competenze in una filosofia professionale collettiva, capace di comprendere al meglio l’intero sviluppo dei singoli progetti. E’ in questo senso che lo studio ha pensato di aprirsi al pubblico proponendo corsi, appuntamenti culturali, eventi espositivi selezionati, iniziando lo scorso dicembre con una mostra di Samuele Arcangioli e Gabriel Fekete, a cura dell’arch. Laura Sangiorgi. Ora, in collaborazione con una nuova realtà artistica quale Neoludica Game Art Gallery, sta nascendo un programma di appuntamenti volti a mettere in relazione la progettualità del costruire con la creatività dell’arte attraverso la testimonianza di artisti diversi, personaggi, professionisti culturali e della comunicazione.
LA MOSTRA. “Confesso che ho giocato” di Paolo della Corte, fotografo con varie esperienze - dal reportage al ritratto d’autore - viene presentato in prima assoluta in Italia. È un lavoro di ricerca dell’autore sul rapporto fra realtà e gioco, e la percezione del gioco nella realtà circostante. La tematica portata avanti da Game Art Gallery dal 2008 con lo slogan ‘L’arte è in gioco’ viene qui affrontata in una indagine introspettiva, nata durante un viaggio in Bosnia Erzegovina quando - fotografando un lavoro di Jan Vormann fra i murales della pista da bob a Sarajevo - l’autore ha percepito chiaro il contrasto fra gioco e realtà. “Questa sensazione contrastante e inaspettata mi ha spiazzato” - racconta della Corte - “e mi ha reso evidente non solo l’importanza dell’insegnamento di mio padre, cioè che non bisogna mai perdere la capacità di giocare, ma il grande dolore che la perdita - anche solo per un istante - del “senso del gioco”, può causare. Ho iniziato quindi una personale indagine cercando di immortalare con il mio obiettivo proprio quel passaggio labile, un punto di confine quasi impercettibile, nel quale il gioco e i suoi strumenti possono rendere la realtà ancora più feroce di quanto non sia.”
Paolo Della Corte |
LA APP. Un contrasto forte, che non poteva non nascere in un Paese come la Bosnia Erzegovina, ricco di storia e dalla natura potente, che Paolo della Corte, in collaborazione con la giornalista e scrittrice Serena Guidobaldi, ha raccontato anche attraverso le sue foto in una app realizzata per Oxfam Italia nell’ambito del progetto “Sostegno alla creazione e promozione di percorsi di turismo ambientale e sostenibile in Bosnia Erzegovina” cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri italiano.
“La app è strutturata come una guida dove gli itinerari sono tracciati per colore” spiega Silvana Grispino, Country Director di Oxfam Italia in Bosnia Erzegovina “Una caratteristica della Bosnia Erzegovina che immediatamente salta all’occhio, soprattutto quando per la prima volta si visita questo Paese, sono infatti i suoi colori brillanti. Per questo li abbiamo voluti come chiave narrativa di questo lavoro che si intitola “Somewhere [over the Rainbow] - tutti i colori della Bosnia Erzegovina” e che è una guida per costruire itinerari fuori dagli schemi, ma anche una serie di racconti per parole, suoni e immagini da leggere prima, durante e dopo il viaggio, alla scoperta di una terra “oltre l’arcobaleno”. In questo lavoro ben si inseriscono le fotografie di Paolo della Corte, il cui sguardo positivo è la migliore testimonianza della ripresa e della vitalità di questo territorio.”
“Le fotografie di Paolo Della Corte e l’app che testimonia da vicino la ripresa e la vitalità di un territorio ricco di culture e tradizioni -spiega Debora Ferrari che ha portato il tema alla Biennale di Venezia- portando all’attenzione di tutti il senso profondo delle attività umanitarie volte a comprendere e salvaguardare delle identità per accompagnarle alla loro rinascita completa e la documentazione serve a connettere verso l’esterno e comprendere verso l’interno”.
La sera del 27 giugno per il pubblico sarà possibile assistere alla presentazione della App e al vernissage della mostra fotografica insieme agli autori. “Con l’occasione - spiegano gli architetti Sala e Fekete - iniziamo a raccontare il nostro lavoro e le nostre esperienze insieme a Debora Ferrari che si occuperà della comunicazione dello studio e degli eventi con Laura Sangiorgi. I visitatori avranno modo sia di incontrare artisti e professionisti delle arti e della comunicazione sia al contempo potranno avvicinarsi al mondo della progettualità architettonica così ricca di fattori importanti, come è sempre stato, oggi spesso confusa per via di mode televisive. Ci occupiamo di progettazione e design e pensiamo che il pubblico avvicinandosi riscopra la bellezza del comunicare attraverso la ricerca architettonica e design industriale, voci in cui Milano è sempre stata capitale”.
Quindici fotografie realizzate tra oggi e il 2011 saranno visibili fino al 3 agosto in orario di apertura dello studio e previo avviso telefonico. Ma non è tutto. Dato il contesto lavorativo dell’esposizione (il pubblico che accederà infatti sarà nella sede dove gli architetti lavorano quotidianamente) dove si rimarca anche questo messaggio di vicinanza delle arti alla quotidianità, gli architetti mettono a disposizione dei bidoni di mattoncini delle costruzioni per il pubblico che sarà invitato a costruire e fotografare le costruzioni per condividerle nei social con lo spirito di collaborazione e partecipazione che ci occorrono oggi. L’ARTE è IN GIOCO.
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Anthony Fekete, Paolo Sala, Laura Sangiorgi e i collaboratori Ilaria Gianola e Daniele Pasquali, sono a disposizione in sede per approfondimenti sull’attività di architettura e design.
Debora Ferrari, comunicazioni social e media, può fornire altre informazioni sui progetti espositivi e culturali.
Gli autori Paolo Della Corte e Serena Guidobaldi sono raggiungibili per domande e interviste.
Patrocinio di InsubriaRete.net dove Paolo Della Corte terrà un corso alla Summer School di Varese in agosto.
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Info e materiali per recensioni e articoli > pr.studiofase@gmail.com
Web > http://www.fase-ad.com | www.paolodellacorte.eu | www.serenaguidobaldi.com | neoludica.blogspot.it
Social > Facebook; prossimamente Linkedin, G+, Pinterest, Tumblr
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THE GAMEBusiness and manipulationProject economART
26 giugno _ 12 settembre 2013 OPENING: 26 giugno ore 18.30 Mi piace immaginare che dalla dismissione di una fabbrica nel suo ultimo giorno di vita venga concepita una NUOVA arma, fatta con materiali di scarto. La canna puntata aggressivamente sugli sviluppatori: sono loro, i programmatori, che agendo sulla linea di frontiera, decideranno i sogni e il futuro dei nostri figli.
(Anna D'Ambrosio) Questa è la “visione” di The Game business and manipulation il nuovo progetto economART di AMY D Arte Spazio che per l’occasione ha scelto tra i suoi partner e/ o interlocutori Vittorio Schieroni, Laboratorio Alchemico, Jaqueline Ceresoli, Debora Orlandi, Neoludica Game Art Gallery, Debora Ferrari, Ivan Venturi. ARTISTI IN MOSTRA
Cecilia Borettaz, Constantine Zlatev, Massimiliano CamelliniTeam BloodyMontey (Paolo Tajè), Team Santa Ragione (Paolo Tajè, Pietro Righi Riva, Nicolò Tedeschi), Wannabe-Studios (Marco Piccinini, Francesco Botti, Marco Masselli, Riccardo Corradini, Stefano Restuccia, Loris Casagrandi) Team Indomitus Games (Federico Mussetola…), E-Ludo .
Il fucile di Constantine puntato verso i game designer |
[dalla presentazione per Cecilia Borettaz di Debora Ferrari]
ART IS IN FIRST PERSON, ALWAYS.
Il tema delle armi, della guerra, della violenza, in alcuni videogiochi, nell’industria che ha come scopo l’intrattenimento, è di pari peso alle altre tematiche tanto quanto nell’industria cinematografica per gli stessi temi e per l’horror. Nell’arte contemporanea, come nella letteratura, le parole ‘arte’ – ‘gioco’ – ‘guerra’ cambiano aspetto e valore a seconda del contesto.
Lo stesso nostro linguaggio, nonostante abbiamo traversato il secolo, è intriso di vocaboli presi dai campi di battaglia, come strategia, avanguardia, fronteggiare, … quindi nel contesto di una mostra le nostre domande sono:
L’arte è un gioco?
L’arte è una guerra?
L’arte è pericolosa?
La nostra constatazione: l’arte è sempre in prima persona, come gli sparatutto.
L’ARTE NON è PEGI +18. Vietato avere scuse per esonerarsi dalla riflessione critica.
Nel caso preciso di Cecilia Borettaz (Machina, 2012, install-azione meccanica per l’interazione) “C’è un conflitto tra l’Homo faber e la machina laborans – come spiega l’autrice. La matrice, potente, instancabile, pone l’uomo di fronte ai suoi limiti. In certe situazioni mettendolo in pericolo. Eppure, la macchina non è solo un attrezzo animato , stimola la riflessione su noi stessi e sui nostri meccanismi interni. Il lavoro umano è parte del suo essere”.
[...]Cecilia Borettaz, Machina, 2012 |
I giochi presentati a THE GAME:
Il gioco è costruito sopra un arena shooter essenziale, in cui gli elementi costitutivi dell'interazione vengono ricombinati continuamente. Ogni livello viene superato quando si riesce a capire il sistema di regole sottostante a quel livello. Regole che possono cambiare completamente, senza preavviso. Quindi il giocatore deve costantemente imparare, e dimenticare quello che ha appena imparato.
Le musiche ipnotiche e i controlli fluidi conducono il giocatore in un profondo stato di immersione, ma presto lo stesso si rende conto che deve pensare fuori dagli schemi per proseguire nel gioco. In questo modo il giocatore è obbligato ad esercitare un controllo sullo stato di flow che caratteriza tipicamente l'esperienza videoludica, guadagnando più consapevolezza.
Il gioco è stato selezionato come finalista al II Festival Internazionale Videogame hóPLAY'11 (a Bilbao) nelle seguenti categorie: migliore idea, migliore design originale e miglior sonoro-musica.
Autore: Paolo Tajè, Riccardo Amabili
Gruppo: BloodyMonkey
MirrorMoon
MirrorMoon è un adventure in prima persona che ha come tema il perdersi in un mondo misterioso, e apparentemente abbandonato. E' anche un gioco su posti irraggiungibili e sullo spazio infinito. Usando strumenti simili ad armi trovati sulla superficie del pianete, il giocatore può orientarsi sul pianeta spoglio. La connessione con il suo satellite e le limitate azioni date a disposizione del giocatore sono la chiave per risolvere il mistero.
Il gioco è stato mostrato nel 2012 ai festival Fantastic Arcade di Austin e IndieCade a Los Angeles. Nel 2013 è stato selezionato come finalista nella categoria Nuovo Award nell'Independent Games Festival, primo gioco italiano ad essere selezionato in una categoria principale di questo prestigioso festival.
Il gioco uscirà su Steam il prossimo settembre
Autori: Paolo Tajè, Pietro Righi Riva, Nicolò Tedeschi
Gruppo: Santa Ragione
Autori
Paolo è uno sviluppatore indipendente di videogiochi, di Milano. Ha fondato il gruppo BloodyMonkey, con cui ha svilippato NaaC, un veloce arena shooter; al momento sta lavorando a Pablo Cavarez, un puzzle game rivolto al mercato mobile
Nel 2010 Pietro e Nicolò fondarono Santa Ragione, un micro studio di game design localizzato a Milano. Hanno realizzato Fuga dagli Alieni nello Spazio Profondo, un board game, e Fotonica, un gioco di corsa in prima persona, esibito alla 54° Biennale di Venezia, e selezionato per l'esposizione Indie Game Arcade presso l'EuroGamer Expo 2011 di Londra.
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In Verbis Virtus
In Verbis Virtus è un videogioco che mescola elementi da action e da puzzle con visuale in prima persona e ambientazione fantasy in cui il giocatore impersona un mago che può eseguire incantesimi pronunciando formule magiche. La novità introdotta dal gioco è nel sistema di controllo: il giocatore deve usare un microfono per lanciare gli incantesimi pronunciando veramente le parole magiche.
Giocando a In Verbis Virtus ci si ritrova completamente disarmati in un oscuro sotterraneo che nasconde molti pericoli. L'unico modo per superare gli ostacoli che si incontrano è apprendere i segreti delle arti arcane attraverso libri di magia che il protagonista trova lungo il suo cammino. Questi tomi insegnano formule magiche che, se pronunciate correttamente, permettono di eseguire molti incantesimi. Utilizzando questi poteri in modo creativo il giocatore può risolvere enigmi, superare trappole e abbattere i nemici che tentano di ostacolarlo.
Il gioco uscirà su Steam a fine anno
Multimedia:
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