LA CULTURA VIDEOLUDICA IN ITALIA,
E LA CULTURA IN GENERE, SONO A RISCHIO, OGNI GIORNO.
NON POSSIAMO RESTARE
INDIFFERENTI SE CREDIAMO CHE CULTURA
SIGNIFICHI LIBERTA’ SOCIALE
“Cari amici, come nelle storie migliori alla fine vissero e morirono
felici e contenti. EBS sta per morire dolcemente, senza troppo scossoni, nel
sonno dei giusti, dopo 3 anni di onorato servizio.
Il 24 ottobre scade il dominio e non è che non mi sento di rinnovarlo, ma proprio non ci sto nemmeno lontanamente pensando! Più che un problema economico, è proprio l’esaurimento delle forze e dell’ispirazione la causa principale. Sono stanco di EBS e non mi diverto più a portarlo avanti. Queste, a grandi linee, le motivazioni principali.
La cosa che mi spiace di più è che fornire attualmente 25.000 immagini al mese (con punte di 45.000) alla comunità videoludica era comunque un servizio di tutto rispetto che verrà a mancare, ma questo non vuole dire che l’intero progetto sia morto e sepolto.
[…] Che dire? Se proprio volete continuare a essere miei follower state tunati per news future altrimenti Addio!, è stato bello, nessun rimpianto”.
Il 24 ottobre scade il dominio e non è che non mi sento di rinnovarlo, ma proprio non ci sto nemmeno lontanamente pensando! Più che un problema economico, è proprio l’esaurimento delle forze e dell’ispirazione la causa principale. Sono stanco di EBS e non mi diverto più a portarlo avanti. Queste, a grandi linee, le motivazioni principali.
La cosa che mi spiace di più è che fornire attualmente 25.000 immagini al mese (con punte di 45.000) alla comunità videoludica era comunque un servizio di tutto rispetto che verrà a mancare, ma questo non vuole dire che l’intero progetto sia morto e sepolto.
[…] Che dire? Se proprio volete continuare a essere miei follower state tunati per news future altrimenti Addio!, è stato bello, nessun rimpianto”.
Con questo post il 4 ottobre Emalord
ha annunciato la chiusura del sito e i motivi li ha sinteticamente ed
essenzialmente espressi. Forse l’abbiamo presa troppo a cuore, ma per noi è il
sintomo evidente di qualcosa di più pericoloso.
Quello che noi leggiamo fra le righe va ben oltre e l’annuncio di spegnimento
di queste pagine ben fatte, progettuali, ricche di contenuto e organicità,
sistematicità e professionalità creativa, di ElectricBlueSkies e la sua Game Photography italiana, con l’occhio
e il bagaglio culturale italiano, ci preoccupa proprio perché sintomatico.
Dovrebbe crescere un sito così, non chiudere!, e la stanchezza del suo ideatore è
mancanza di riconoscimento e gratificazione dall’esterno. E’ l’annuncio che la
Game Culture in Italia è destinata ad affondare se non si fa davvero
qualcosa subito, coscientemente, perché chi cura i contenuti, ha le competenze,
si ingegna per fare rete ed esprimere le proprie potenzialità artistiche spesso
ha per forza un altro lavoro, magari qualcuno lo ha perso da poco, altri lo
hanno perso da alcuni anni, altri ancora hanno perso anche la ditta, ma il salvataggio
in Italia si crea sempre e solo per chi ha potere, chi è protetto
politicamente, chi gestisce il denaro, chi fa più numeri ed è degno di
rilevanza commerciale. ElecticBlueSkies ma anche altri progetti di caratura
contenutistica e culturale (che vanno oltre l’apprezzamento ‘bimbominkia’
destinati solo al rialzo dei numeri di share) in Italia vivono e sopravvivono
con poca possibilità di riprodursi.
uno 'scatto' di game photography in Wipeout, by Emalord |
Un esempio? Molti tra i più importanti musei italiani hanno risposto nel
2012, dopo aver ricevuto la comunicazione della disponibilità da parte di critici
d’arte di portare conferenze e mostre di game art nelle loro sedi, di non
essere interessati ad aprire un reparto videogiochi al museo (sic) dimostrando arretratezza prevenzione e diffidenza culturale di
direttori che neppure hanno letto i nuovi volumi editi da Skira. “Evidentemente i musei fanno più attenzione
a ciò che esce che a ciò che entra” aveva detto Banksy dopo aver appeso le sue opere accanto a capolavori esposti
nei 4 grandi musei di New York.
Il MoMA ha acquisito 14
videogames nel novembre 2012, il Victorian&Albert
Museum ha aperto una residenza per giovani sviluppatori in grado di creare
serious games per le collezioni, in Italia siamo fermi a piccoli orticelli di
potere e chi cerca di ampliare la rete delle collaborazioni spesso muore di
fame.
Un altro esempio è Wikipedia Italia: ci trovate anche i prodotti
dolciari nazionali e attrici che hanno fatto una parte in un solo film, ma
spesso mancano i nomi di filosofi, scrittori, storici dell’arte che hanno firmato
centinaia di libri che parlano dell’Italia e del suo patrimonio, videoludico e
non solo. Siamo stati all’estero nell’anno appena trascorso per prendere parte
a giurie internazionali. Cosa abbiamo notato di macroscopico? Che all’estero -e
anche nella vicina Svizzera- chi fa politica e programmi osserva implicitamente
3 C: coerenza continuità collaborazione.
E aggiungiamo noi questo fa la quarta C: Cambiamento.
L’Italia non ha un rappresentante all’EGDA della Commissione Europea.
Perché? Risposta “Troppo litigiosi” e gli organi italiani nazionali preposti
alla game culture sono più litigiosi che rappresentativi.
I siti di crowdfounding non aiutano i progetti veramente, restano una
buona vetrina: Eppela non è Kickstarter e se ti va bene riesci aprire un sito
di e-commerce per vendere le marmellate, sopra i 5000 euro di progetto la
direzione ti scrive per anticiparti che difficilmente riuscirai ad arrivare in
fondo. Banche che hanno lanciato progetti di cambiamento per utilizzare il
termine start-up come veicolo di marketing alla fine prediligono gli amministratori
di condominio all’Italia dell’arte della cultura e della solidarietà creativa.
Scriveva
Paul Virilio in ‘L’arte dell’accecamento’
(2005): “Di che illusione si tratta quando c’è identificazione tra corpo
proprio e mondo proprio? Qual è l’impatto sull’ego-centricità di una
MEGALOMANIA che colpisce non tanto alcuni individui perturbati, ma l’insieme dei viventi riuniti davanti ai
loro schermi? In questa logica del grande internamento in cui il dentro e
il fuori si confondono, il mondo non è più solo un grande ‘arto fantasma’ dell’umanità,
ma l’ipertrofia dell’ego, una sorta di INTROPATIA che soppianta la SIMPATIA
reciproca”.
Tra
chi fa cultura e opera nella cultura, di qualunque ambito e campo, dovrebbe
r-esistere empatia e collaborazione, comprensione e sostegno, consapevoli che
nel campo delle arti e dei saperi la fatica è sproporzionata rispetto a
qualunque resa. Nel mondo tangibile.
Un
bell’esempio di pensiero critico, essenziale e diretto, condivisibile
ampiamente in quanto proveniente da chi il mestiere lo pratica, è l’articolo di
Ovosonico appena uscito su PS
Official Magazine Italia e concordiamo nel dire che è dal dentro che dobbiamo cambiare
con la capacità tutta italiana di ‘connettere’ mondi e ispirazioni, di dare
spazio a chi ha capacità ed eleganza nel dire e nel fare, di aprirci.
ElectricBlueSkies è
un progetto e un’attività totalmente creativa di un bravissimo game
photographer italiano, Emanuele Bresciani, lavoratore in una ditta di
autotrasporti. Il suo progetto di sito è dedicato alla nicchia della
‘fotografia videoludica’ ma vuole anche essere un magazzino di immagini di
retrogaming, del miglior retrogaming. La ‘Gaming Photography’ è nata da pochi
anni -spiega Bresciani, da quando sia
le console che i PC hanno fornito a gente come me gli strumenti per rimuovere
quella ‘buccia di cipolla’ che sono le indicazioni a schermo, le limitazioni
della telecamera ed un aliasing invasivo. Oggigiorno abbiamo gli strumenti
necessari per muoverci liberamente in un ambiente virtuale esattamente come
fossimo in un ambiente reale, e fotografarlo secondo il nostro gusto e
creatività.
Non
lasciamo che si spenga.
Anche
se ogni giorno nascono più o meno 170.000 siti nuovi tra le decine di miliardi
esistenti- e muoiono 50.000 siti vecchi, un lavoro italiano così importante e
ben fatto deve continuare a esistere nel web, per tutti.
25.000
game photographies al mese sono un patrimonio sociale, estetico e artistico.
Possiamo
FARE qualcosa?
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